Cappella Beatissimae Virginis Immaculatae vulgo

Dettagli del luogo

Nel 1668 don Giuseppe Colavita, uno dei ventidue preti nel casale, edificò a proprie spese questa chiesa dedicata alla vergine Immacolata.

Descrizione

Nel 1668 don Giuseppe Colavita, uno dei ventidue preti nel casale, edificò a proprie spese questa chiesa dedicata alla vergine Immacolata. I lavori, però, forse anche a causa degli scarsi proventi, andarono a rilento: dopo venticinque anni la costruzione era incompleta. Lo stesso Colavita, scoraggiato dalle notevoli difficoltà incontrate, dovette trascurare l’impegno assunto se nella Visita Pastorale del 1693 fu esortato a portare a termine al più presto l’opera iniziata. Quasi certamente la costruzione fu completata non da lui, ma, a proprie spese, da Orazio Centonze, un chierico coniugato che si interessava del servizio liturgico nella Chiesa Matrice. La campana posta sul campanile pesava 140 libbre, il tetto era a volta, il pavimento di pietre quadrate; esistevano cinque finestre (quattro laterali ed una di fronte all’altare), due porte, un confessionale, l’altare di pietra che recava l’immagine della Vergine dipinta su tela e che era circondato nella parte retrostante da un coro ligneo, cui si accedeva attraverso due porte laterali. Davanti all’ingresso principale esisteva una superficie elevata su due gradini di pietra, che usufruiva dell’immunità ecclesiastica. Nella cappella, dove agli inizi del ‘700 convenivano ogni domenica i confratelli della Congregazione della Vergine Assunta in Cielo, erano state preparate quattro sepolture, nelle quali sino al 1720 non era stato ancora inumato nessuno; in questo periodo, dell’edificio sacro si interessavano i familiari del cantore Capi-tolo, don Paolo de Paolis, i quali custodivano anche la chiave di una delle due porte. Il 27 novembre 1703 un certo Benedetto Pepe, eseguendo la volontà del Colavita ormai defunto, tramite notaio istituì un legato, consentendo così una manutenzione più adeguata ed assidua. Nel secondo decennio del secolo scorso la cappella appartenne a Don Giuseppe Pepe di Lecce, che aveva un’abitazione attigua, esattamente accanto alla porta di ingresso. Anche se mediocremente adornata e con una camera retrostante l’altare adibita più ad usi domestici che a sacrestia, vi si celebrava la messa, oltre che nei giorni festivi, anche nel corso della settimana. Dopo la metà del secolo scorso fu eretto un secondo altare, presso il quale avevano luogo le riunioni della Congregazione di Maria SS. delle Salette. Nel 1881 l’altare dell’Immacolata, pur rispondente alle regole canoniche, venne privato dal vescovo Zola, probabilmente per motivi prudenziali relativi alle apparizioni della Madonna, del quadro di carta che rappresentava la Vergine delle Salette; lo stesso presule dispose invece che sull’altare dedicato a Sant’Oronzo fosse ricollocato il quadro del titolare, che poco tempo prima era stato rimosso. Agli inizi di questo secolo furono eretti altari laterali e fu, comunque, incrementato notevolmente il culto alla Madonna delle Salette, la cui congregazione durante la visita pastorale del 1906 fu espressamente lodata dal Vescovo per la “nettezza” con cui manteneva il luogo sacro. La chiesa, restaurata ed ampliata dalla Confraternita, copre attualmente una superficie di 120 metri quadri e, secondo quanto si affermava negli Atti della Visita Pastorale del 1960, non risultava consacrata.

Modalità di accesso

Il luogo dispone di ampio parcheggio nelle vicinanze

Indirizzo

Via Lopez, 25, 73047 Monteroni di Lecce LE

Ultimo aggiornamento: 11/03/2024, 16:50

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